La storia

Prefazione di Lodovico Risoli

Ricordare Ferruccio per me è come ringiovanire di molti anni , e questo mi fa ripensare prima ad un grande maestro di serietà ed impegno professionale oltre che ad un grande amico con cui ho diviso la comune passione per il mare.
Quando giovane studente di diciassette anni andai a fare tirocinio al suo studio di via Don Morosini mi impressionò la mole di lavoro che vi si svolgeva e ricordo che pensai “ora comincio a progettare” . Il mio primo incarico invece , durato diversi mesi fu di “gavetta” cioè imparare a scrivere in stampatello come si usava a quei tempi sui lucidi e radex . Mi aveva aperto gli occhi e mi aveva fatto posare i piedi per terra prima di “cominciare”.
Solo successivamente e per gradi passai al disegno vero e proprio e quindi alla progettazione , sempre sotto l’occhio attento ai minimi particolari oltre che al controllo globale di quanto si stava facendo da parte sua , sempre in prima persona.
Data la mia formazione di tendenza artistica , avevo studiato al Liceo Artistico di Roma , l’ Ingegnere , come lo chiamavamo tutti , mi incaricò di rendere le sue idee ingegneristiche più “disegnate” e quindi più capibili (quello che oggi si definisce Rendering o Lay-out dei progetti) . In quel periodo lo staff era perfetto ed i lavori erano portati a termine con grande coinvolgimento di tutti coloro che vi lavoravano . Sembra assurdo ma fu una lezione di gran lunga superiore a quello che si insegnava nell’università in quanto insegnamento veramente formativo in termini di razionalità e metodologia di interpretazione della professione che , credo mi sia rimasto come fondamento per l’attività che ancora svolgo .
Oltre che in termini di insegnamento professionale però , ricordo Ferruccio anche come amico di avventure di viaggio , e debbo dire che la sua grande esperienza di mare che mi ha insegnò ad amare e rispettare , ci ha unito anche per gli anni in cui ho preso la mia personale strada della vita .
Ludovico Risoli

Gli inizi

Lo Studio Scalzi nasce nel 1953 a Latina quando un giovane ventisettenne di Velletri decide con grande caparbietà di iniziare la libera professione nella cittadina allora in forte crescita, quasi un salto nel vuoto per un ragazzo cresciuto in paese distrutto dalla guerra e formatosi tra la perdita di un giovane fratello poi del padre, ferroviere, e diventato “capofamiglia” a soli vent’anni un piccolo nucleo familiare che usciva, come tanti simili, con grandi difficoltà dal dopoguerra.

L’ingegnere Ferruccio Scalzi nasce a Velletri il 26 agosto 1926 e dopo una esperienza universitaria trascorsa tra i sacrifici familiari ed un notevole impegno personale, si laurea quindi a Bari con una tesi sull’Impiantistica Sportiva in particolare un ardito progetto per un “Velodromo” all’interno di un complesso sportivo.

All’epoca raggiungere la Laurea era per molti un traguardo ambitissimo in quanto aveva veramente un significato di un ottenimento di grande risultato di vita e di sicura lancio nell’attività scelta. Lo dimostrano i riconoscimenti avuti attraverso la cosiddetta “Osanna alla Laurea” lettere e biglietti ricevuti da parenti ed amici ed indirizzati a lui o ai parenti: abitudine passata nel tempo, oggi anacronistica ma ricca di significato che anche ora dovrebbe far riflettere sui cambiamenti purtroppo avvenuti in negativo sul raggiungimento del titolo universitario.

Il contenuto dell’ultimo sforzo universitario riflette la passione per lo sport che ha sempre avuto e praticato con le evidenti difficoltà dell’epoca.

Palazzina anni ’60 nel centro di Latina

L’inizio della professione lo vede accanto ad un professore di disegno, disegnatore di architettura, insegnante di una scuola della città che avendo grandi e riconosciute capacità progettuali gli permette di firmare le prime opere prevalentemente di carattere residenziale, al fianco del Professor Trozzi passano così i primi anni di “gavetta”.

In quel periodo l’ing. Ubaldo Zani, padre della moglie, già Pioniere della Bonifica, aiuta il giovane ed ambizioso ingegnere all’inserimento nella città di Latina.

Durante i primi anni, lo studio professionale, aveva la sede prima nell’abitazione in Corso della Repubblica, Palazzo Querzè, poi al Palazzo Porfiri nella stessa unità abitativa e quindi in Via Marconi al numero 12.
Quando lo studio era una stanza nel piccolo appartamento sopra il palazzo Porfiri non si contavano le nottate passate sul tavolo Tecnitalia in legno con il primo tecnigrafo a molle.
Si disegnava a matita su una carta quasi trasparente sino all’uso del Graphos a china con il quale modulando l’inclinazione si iniziava a dare corpo agli spessori delle linee.
Quando si sbagliava erano dolori : si ricominciava da capo, le correzioni si consideravano improponibili ! A mano si facevano tutte le scritte, le stesse rimangono oggi testimonianze di tempi lontanissimi e monito oggi per curare sempre la propria scrittura, in quanto con la stessa noi tecnici “dovremmo comunicare e farci capire”.
Fu significativa il periodo passato al fianco del Prof. Trozzi con il quale progettò molti edifici residenziali che oggi troviamo sulle principali vie del centro urbano di Latina, imperversava l’international design, ma era anche evidente un’ ottima conoscenza del razionalismo mittel-europeo .

Lo studio di via Marconi

Villa Gabrielli a Latina
Centrale del Latte 1965


Lì in quello studio al piano nel terra , in tre locali, iniziò nel 1959 l’attività più intensa grazie anche alla presenza di un notevole gruppo di collaboratori giovanissimi geometri e neolaureati ingegneri ed architetti.
In via Marconi passò e si formò una generazione di professionisti che oggi sessantenni sono poi diventati i più conosciuti ed affermati della città.
Ancora oggi non mancano parole di apprezzamento per quanto impararono all’epoca, considerata la disponibilità e le capacità che l’ingegnere Scalzi proferiva indistintamente verso tutti i suoi collaboratori con passione e modestia.
Citarli tutti è difficile e si potrebbe dimenticarne qualcuno però Italo Montemurro, Nino Lo Presti, Ugo Censi, Alessandro Bauco oltre a Pino D’Andrea e Osvaldo Previato, Claudio Tamburelli e Lodovico Risoli, Arturo Parafante, Superina, sono solo alcuni che ancora oggi nell’archivio storico ritornano con le loro presenze attive nella prolifica produzione progettuale dell’epoca.
Ci fu anche una presenza familiare con i cognati il geom. Giorgio Gualandi e Mario Zani.
Continuava in quegli anni e proseguì per tutta la sua vita un rapporto intenso con l’ing. Salvatore Assenso di Formia, caratterizzato dalla profonda differenza di carattere ma con la presenza dell’ affetto, della fiducia e del reciproco rispetto che li legò per sempre.
In via Marconi lo studio si allargò passando al piano secondo aumentando la superficie crebbe il numero dei collaboratori e la struttura prese una fisionomia di un’organizzazione quasi “perfetta”, le esperienze professionali ed i frequenti viaggi negli Stati Uniti formarono una mentalità all’avanguardia per il tempo. Si organizza un ferreo principio di archiviazione seguito in tutta la successiva vita dello studio, garantendo così ancora oggi di ritrovare documenti e disegni in qualsiasi momento e di qualsiasi data di redazione.
L’ingegnere Scalzi acquisì quegli elementi formativi da una cultura legata alla programmazione, alla qualità, alla meticolosità nella descrizione progettuale che ancora non apparteneva alla mentalità del tempo, il tutto veniva trasmesso senza gelosia ma con trasporto, ciò veniva apprezzato da tutti coloro che gli stavano vicino e poi ricordato per sempre.
Vengono progettate e dirette opere di carattere industriale come la Formex (1962) e L’Huik ( 1965), di committenza statunitense ed un’infinità di edifici residenziali per il centro di Latina da parte di imprese e società immobiliari.
La sua presenza, il suo porsi con il prossimo e le sue ormai radicate certezze professionali lo facevano diventare professionista di riferimento per alcuni Enti Pubblici che investivano sul territorio e su Latina per farla crescere come capoluogo e città satellite della Capitale.
Nascono dallo Studio Scalzi alcune significative Opere Pubbliche: l’Istituto Agrario di Borgo Piave ( 1963-65 ) suola pilota in Italia che con la direzione dell’allora Preside Prof. Neri diventò un esempio in Europa di presenza combinata tra insegnamento e pratica professionale viste anche le ampie strutture di cui disponeva e la possibilità per conoscere “dal vivo” ciò che si studiava sui libri.
L’opera è articolata su vari edifici che formano un unico organismo legato funzionalmente da passaggi coperti da pensiline e ampi spazi verdi circostanti una sorta di Campus universitario sull’impronta dei migliori college statunitensi.
Il Centro Meccanografico (1969-72 ) per l’Italia Meridionale e Peninsulare, da dove inizialmente venivano gestite dal Ministreo le “pensioni ” per un vastissimo territorio nazionale era l’opera che impegnò lo studio per anni e si dimostrò con la realizzazione una profonda conoscenza sull’industrializzazione dei prodotto in edilizia pubblica.
Negli anni ’53-59 si intensifica il rapporto professionale con le Isole Pontine: Ventotene e Ponza. Negli anni ’60 il rapporto strettissimo con l’Isola di Ponza che veniva anche frequentata per la grandissima passione per il mare fece crescere il rapporto professionale con le amministrazioni che si succedettero con i vari Sindaci tra i quali il dott. Sandalo, il prof. Ferraiuolo, Balzano oltre al vero faro dell’Isola che rimaneva comunque il filosofo Ernesto Prudente e le amicizie con tutte le famiglie nessuna esclusa i Parisi, i De Gaetano, i Mazzella…… e tutte le altre l’Ingegnere era amico di tutti.
Il rapporto con l’Isola e gli isolani aprirono ancora di più non solo le possibilità professionali ma la mentalità sempre più aperta e consapevole delle difficoltà della vita su un isola.
Proprio la conoscenza della vita sull’isola di Ponza condivisa per lunghi periodi, anche invernali, con gli amici locali lo aiutò ad essere ancora più vicino ed apprezzato dai Ponzesi.
Si ricordano le esperienze professionali avute con il Geom. ora architetto Pino D’Andrea inseparabile suo braccio destro per anni.

Anche Ventotene fu oggetto di vari studi tecnici tra i quali il primo impianto di potabilizzazione dell’acqua per l’approvvigionamento dell’acquedotto cittadino soluzione proposta anche per Ponza. Gli impianti purtroppo non ebbero fortuna in quanto non “capiti” e probabilmente lontani dagli interessi delle amministrazioni che ancora oggi preferiscono farsi portare l’acqua potabile dalle navi-cisterne !
Gli anni sessanta rappresentarono il periodo nel quale furono progettate le prime grandi opere significative della Provincia di Latina, lo Studio Scalzi partecipò quindi alla crescita del territorio con infrastrutture significative che ancora oggi risultano primarie come la Strada Flacca che collega Terracina con Gaeta e le opere di urbanizzazione primaria di molti paesi montani e per le stesse Isole di Ponza e Ventotene
Era il periodo della “carenza delle strutture scolastiche ” e nell’ambito delle normative e programmazioni del tempo vennero progettati e diretti importanti realizzazioni riguardanti Istituti Professionali e strutture scolastiche di ogni ordine e grado per molti Comuni della Provincia.
Furono progettate le scuole per i comuni che sino all’epoca utilizzavano edifici nati per altre destinazioni e quindi le nuove realizzazioni furono accolte con estremo interesse dalla popolazione ed ancora oggi rimangono in molti casi le uniche in uso.
Le architetture degli edifici scolastici si ripetevano con alcuni elementi tipici che riflettevano anche i luoghi. I muri in pietra locale, le ampie vetrate con gli infissi in ferro-finestra neri, i tetti e le sistemazioni esterne che raccordavano gradevolmente la costruzione con l’intorno, nei piccoli paesi “montani” queste testimoniano ancora oggi un passaggio attento verso l’architettura. Le scuole erano anche di poche aule e proprio le più piccole sono ancora oggi ricordate come esempi di attenzione alle esigenze degli alunni e degli insegnanti.
A Latina vennero progettate e dirette le prime scuole costruite utilizzando i più avanzati procedimenti di prefabbricazione industrializzata con strutture in acciaio e tamponature in cls prefabbricato. Nel pieno rispetto degli aspetti distributivi e spaziali sono ancora oggi dopo trent’anni i migliori esempi di “scuole moderne” ( la Giuliano, la G.Cena, via Bachelet) dopo quelle “storiche” legate alle esperienze del razionalismo minore del periodo di fondazione.
Alla fine degli anni sessanta iniziano le esperienze in campo sanitario, lo Studio Scalzi entra nell’ambiente della Sanità Pubblica dopo un’esperienza diretta dell’ingegnere Scalzi nel consiglio direttivo dell’Ospedale Civile e nelle altre principali strutture di coordinamento dell’ambiente.
Iniziano così i primi studi per il nuovo Ospedale di Terracina e per il Poliambulatorio di Ponza. In quegli anni lo sviluppo dei centri urbani è legato alla programmazione economica ed urbanistica quindi molte amministrazioni locali chiedono allo Studio Scalzi la redazione degli idonei strumenti urbanistici che il momento consentiva.
Priverno, Ponza, Monte San Biagio, Lenola, Velletri, Sezze, Latina, sono solo alcuni dei territori oggetto di studi urbanistici, per alcuni si arrivò ad una pianificazione definitiva per altri i tempi i si allungarono negli anni!

Pretura di Terracina 1978

La crescita della città consentì e favorì molte esperienze progettuali nel campo residenziale, essendo ancora prioritario lo sviluppo delle zone centrali si progettarono e realizzarono molti edifici residenziali soprattutto negli ani 62-71, prima dell’approvazione del Piano Regolatore Generale.
Il significato di quelle architetture era vicino ai concetti di modernità legata all’attenzione delle architetture americane, imperversavano le opere di Wright, che si andavano in Italia affermando dopo il periodo razionalista.
Quindi un’occhio all’ “International Style” ed attenzioni verso la presenza di strutture in cemento armato che denotavano contrasti con le parti di tamponamento in muratura, ovvero grandi vetrate per avvicinarsi alla cauta ostentazione della testimonianza di una rinascita economica del dopoguerra ancora da affermare e consolidare nell’immaginario collettivo
Quello che si costruiva doveva in qualche modo dimostrare la fine del periodo di ricostruzione e la presenza in uno di acquisita prosperità, data in provincia dal rilancio economico degli anni sessanta, senza però lasciarsi andare ad immagini euforiche, dimostrando che ogni scelta era calata nella realtà, nel concreto utilizzo dell’edificio con tutte le sue problematiche anche quelle legate ad esempio alla sua manutenzione nel tempo.
Programmazione, Manutenzione ed Organizzazione erano i principi salienti che anche se su campi ben diversi erano sempre presenti nell’attività progettuale dello Studio.
I principi espressi erano ormai consolidati con il frutto dell’esperienza raccolta in Italia e soprattutto all’estero con i colleghi degli Stati Uniti , paese il quale era frequente visitare.
Le presenze nello studio si alternano nel corso del decennio con figure diventate poi note nell’ambiente professionali e tutte ancora riconoscenti per quanto sperimentato, acquisito e partecipato nello Studio Scalzi.
I rapporti con gli Enti Pubblici si consolidarono e si puntualizzavano, le Imprese di costruzione private avevano ormai raggiunto un buon numero e si lanciavano in grandi interventi residenziali sia con investimenti diretti che con il contributo dello Stato.
La presenza dello Studio Scalzi si nota in realizzazioni di rilevante importanza sia sulla residenzialità pubblica che privata.
L’ingegnere Gastone Verdecchi, già compagno di studi universitari, entra nello studio nel 1968 e diventa in quegli anni il cardine delle attività permettendo così al “titolare dello studio ” ampi spazi di tempo da dedicare all’esterno per essere presente nei cantieri, negli Enti e per le relazioni esterne fondamentali per lo sviluppo della struttura sino alla prematura scomparsa del collega-amico indimenticabile Gastone. L’organizzazione dello Studio Scalzi era ormai consolidata come struttura piramidale, sicuramente nel tempo in contrasto con quanto si andava affermando con gli “studi associati” , comunque la piramidalità gerarchica non influiva assolutamente nei rapporti interni che erano basati sempre sull’assoluto rispetto e piena disponibilità alla partecipazione di tutti alla formazione dei progetti.
Questo concetto organizzativo rimarrà poi nel tempo; se è andato bene sinora perché cambiare? All’inizio degli anni settanta lo Studio Scalzi era diventato così “multidisciplinare” si redigevano studi , ricerche, progettazione e direzione dei lavori su i principali fronti professionali Architettura-Urbanistica- Ingegneria.

La sede al 22° piano del Grattacielo Pennacchi

Grattacielo Pennacchi a Latina 1969


Nel 1970 si cambia sede infatti nell’occasione della realizzazione, per conto dell’allora grande Impresa di Costruzioni “Cesare Pennacchi”, di un nuovo completo isolato su via Don Morosini e corso Matteotti a pochi metri da Piazza del Popolo, viene strutturata la costruzione di edifici di otto piani ed uno particolare che sotto la spinta decisiva dell’ingegnere Scalzi, il commendatore Pennacchi viene convinto a realizzare una “Torre di 22 piani ” !!!
I lavori, iniziati nel 1967, durano alcuni anni e nel 1970 l’isolato è ormai ultimato e spicca al centro un edificio all’avanguardia: una torre di ventidue piani con piano terra commerciale ed una Galleria che lo attraversa.
Sicuramente il contrasto architettonico con la città è evidentissimo!
Una provocazione, possiamo dire oggi ? non si dimentica inoltre che sull’area del grattacielo era presente un edificio “La casa del contadino” realizzato nel periodo della fondazione della città.
La sua demolizione all’epoca non fu molto criticata, ora appare un sacrilegio, probabilmente si poteva salvarla e costruire ugualmente il grattacielo Pennacchi, studiando però altra soluzione planimetrica. Con questa realizzazione si vuole però dimostrare la novità, la forza delle idee, la presenza a Latina di un edificio di grandi dimensioni e rappresentatività.
Lo Studio Scalzi colloca la sua nuova sede all’ultimo piano il 22° con una vista perimetrale sulla città e la pianura circostante sino alle Isole Pontine. Una immagine irreale per Latina: da un piccolo Grattacielo !! Rimarrà irreale per sempre la visione dall’alto di una città di pianura che da piccolo centro di coordinamento agricolo nato su una palude, volle diventare capoluogo di provincia e quindi tentare il confronto con la Capitale.

Centro Meccanografico del Ministero del Tesoro a Latina

Nel frattempo il “titolare dello studio” sulla basi della sua continua affermazione professionale con il garbo e la discrezione che lo ha sempre distinto riveste nella società un ruolo di “amabile cittadino” conosciuto da molti e sempre disponibile per la partecipazione ad organizzazioni sportive e sociali, la presenza nella vita politica non lo ha mai interessato direttamente ma condividendo comunque cordialità nei rapporti con i rappresentanti locali e nazionali di diverso orientamento.
La sua formazione come professionista di fiducia degli Enti, fiducia sempre ricambiata nel raggiungimento degli obiettivi, lo ha posto sempre lontano dalle continue beghe di “Palazzo” , partecipando solo alle fasi realizzative degli intendimenti delle varie amministrazioni.
E probabilmente anche grazie alla sua celata ingenuità ed apparente distacco, ha sempre mantenuto un ruolo di rilievo nella città pur cambiando nel tempo le fasi politiche.
Le attenzioni sono sempre rivolte al lavoro, ai continui viaggi di studio ed alla partecipazione al Comitato Nazionale dei Tecnici Ospedalieri all’interno del quale si sviluppano esperienze tali da aumentare le conoscenze della Sanità a livello internazionale partecipando ed intervenendo a Convegni di elevata importanza.
Negli anni ’70-80 l’ingegnere Scalzi è presente nell’ordine professionale ricoprendo l’incarico di Presidente dell’Ordine degl’Ingegneri della Provincia di Latina, dopo essere stato per anni Consigliere e Segretario, come ricordato anche nelle pubblicazioni storiche dell’Ordine ed in una recente manifestazione commemorativa per il quarantennale di iscrizione, fu consegnata alla memoria una targa ritirata dalla famiglia presente all’evento.
Negli anni settanta passano lungo tempo nello studio Scalzi l’arch. Lodovico Risoli, l’arch. Adolfo Antonelli, l’ing. Carlo Mollica, il geom. Roberto Tomassini, l’arch. Pier Maria Ciucci , l’arch. Paolo Vittori , l’arch. Nello Giordani, il geom. Elvio Marchi, il geom. Marco Saputo, il geom. Giovanni Bellachioma, l’ing. Alessandro Grimaldi, l’ing. Carmine Ciccone, l’ing. Luciano Landolfi e molti altri.
Continua nel tempo la preziosa collaborazione con il geometra Osvaldo Previato assumendo responsabilità anche progettuali acquisendo così una elevata specializzazione utile al suo proseguo di attività professionale nell’IACP.
Il cantiere per la realizzazione del Nuovo presidio Ospedaliero di Terracina inizia nel ’74 e con il susseguirsi dei finanziamenti ( purtroppo derivanti dal cosiddetto metodo ” a pioggia” ) viene realizzata una struttura ospedaliera all’avanguardia proponendo la soluzione di “struttura ospedaliera a Piastra”. La soluzione è di rilevante interesse, in quanto sviluppa l’intera vita della struttura sanitaria su soli due livelli con interposto un utilissimo piano tecnico.
La collaborazione con l’architetto Paolo Tramonti è determinante per le fasi progettuali e costruttive dell’opera in quanto traducono insieme la caratteristica fondamentale della struttura cioè quella di “umanizzare gli ambienti” che vengono frequentati in stato di “bisogno fisico” per i pazienti e come operatori per il personali.
I materiali ed i colori che distinguono le varie aree e i vari reparti, aiutano ad avvicinare gradevolmente la presenza dei pazienti al luogo “Ospedale” da sempre sinonimo di sofferenza si scelgono colori pastello per i pavimenti, le pareti e gli arredi.
E’ un primo esempio di Cromoterapia ? forse si !
L’Ospedale di Terracina viene inaugurato nella primavera del ’94 alcuni mesi dopo la sua scomparsa. Le collaborazioni negli ani ’80 continuano con molti poi affermati professionisti tra cui il giovanissimo arch. Giovanni Tasciotti.

Centro Direzionale a Latina 1992

Nel corso degli anni ’80 vengono sviluppate importanti progettazioni e realizzazioni all’interno dell’area del Centro Direzionale quali la Centrale ex S.I.P. ora Telecom Italia, l’edificio residenziale in Pdz 167 a semicircolo e gli altri di natura residenziale con la conformazione a V in adiacenza e gli edifici denominati Palazzo di Vetro, oltre alle progettazioni di molte altre Unità Attuative previste dalle norme del Piano Particolareggiato.
Nel 1981 inizia una collaborazione continuativa il figlio dell’ingegnere, Fabio laureatosi in architettura in quell’anno, sin dall’età di sedici anni però collaborava saltuariamente anche nei periodi estivi nelle mansioni più varie: eliografo, fattorino e poi disegnatore.
Iniziava così, concretamente, la “gavetta” con gli altri collaboratori presenti , che portò poi ad accrescere l’esperienza per una futura conduzione dello Studio avvenuta purtroppo prematuramente. Negli anni Ottanta si progettarono molte ed importanti Opere Pubbliche che con l’aiuto dei vari collaboratori interni come il geom. Giovanni Bellachioma, Giorgio Libralato, l’ing. Luciano Landolfi, l’ing. Carmine Ciccone e molti altri, venivano compiutamente consegnati puntualmente ai vari Enti Pubblici promotori dei progetti.

Edificio IACP 1986
Presidio Ospedaliero di Terracina 1993

In quel periodo inizia un rapporto di consulenza anche con gli organi Ministeriali per collaudi di grandi opere pubbliche.
Successivamente entrarono nuove figure, poi rimaste nel tempo, collaboratori giovani e motivati il geom. Andrea Capuozzo, l’arch. Gianni Passariello, il geom. Maurizio Urgera ed il giovane Alessandro Donati ed altri colleghi di università dell’arch. Fabio Scalzi.
Agli inizi degli anni Novanta una malattia incurabile determina gravi difficoltà nella vita dello Studio, sino alla scomparsa dell’Ingegnere Ferruccio Scalzi, l’8 agosto del 1993.
L’autunno seguente si tirarono le file, si riorganizzò il lavoro, si pensò alla “continuità”. Fabio, allora, ormai aveva acquisito dieci anni di pratica e si decise di continuare, cercando come primo obbiettivo ” di mantenere la posizione” anche a costo di qualche sacrificio che fu capito dai collaboratori del tempo, non a caso rimasti poi come capisaldi della struttura.
Si ottimizzarono le spese, si puliva lo studio direttamente, si badava quindi a non “arretrare”. La sede fu messa in discussione per la sua dimensione, ci si ragionò molto ma prevalse la volontà di mantenerla anche quale ricordo della storia ed immagine dello Studio ma anche l’orgoglio partecipò a tenersela stretta, a tutti i costi.
Si aprì successivamente un contatto diretto con alcune amministrazioni di comuni della Provincia con i quali si tenevano già rapporti ed altri nuovi come San Felice Circeo per la quale amministrazione fu conferita all’arch. Fabio Scalzi la collaborazione quale dirigente del settore LL.PP. per due anni e per oltre otto quale membro della commissione edilizia.
Il passaggio al nuovo millennio fu delineato dalla presenza di un nuovo rapporto con l’Amministrazione Civica e con nuovi lavori di grande visibilità per lo Studio Scalzi.
La completa ristrutturazione e riprogettazione del Palazzetto dello Sport di via Dei Mille e la ristrutturazione del Municipio di Latina , edificio storico progettato da Frezzotti nel ’32 ed il completamento finale del Nuovo Presidio Ospedaliero di Terracina sono le opere salienti che dimostrano un impegno dell’intero studio su fronti di grande importanza locale.
Senza contare dell’attenzione verso la Portualità che con vari progetti occupa una nicchia significativa dello Studio, i continui progetti sul Porto di San Felice Circeo oltre al suo ampliamento con la sistemazione delle arre per i servizi a terra e la progettazione del nuovo Marina di Torre Olevola. Negli ultimi periodi si sono intensificate rilevanti esperienze nel recupero di particolari siti attraverso interventi di Ingegneria Naturalistica.

Attualmente lo Studio Scalzi, facendo riferimento sempre ad un logica organizzativa basata sulla sua concreta funzionalità e qualità di lavoro intesa nel suo aspetto organizzativo con conseguente ricaduta sul livello del “servizio”, vede oltre all’attuale “titolare” la presenza di due collaboratori progettisti/disegnatori, un architetto praticante, alcuni altri collaboratori esterni ed alcuni professionisti specialisti che forniscono periodicamente consulenze sui vari aspetti dell’attività professionale.
Lo spirito che anima oggi lo Studio si cerca di farlo essere quello di sempre : basato sulla discreta e rispettosa presenza nell’ambiente professionale, aprendo sempre le porte a nuove collaborazioni appena necessario, con particolare attenzione verso i giovani neolaureati.

Il futuro

La speranza dell’attuale “titolare” è quella che ci sia ancora continuità con le generazioni future. Il nonno, l’ing. Ubaldo Zani Pioniere della Bonifica, dette un contributo rilevante con la sua professione di ingegnere, anche con grandi sacrifici come la contrazione della malaria, pur di far nascere Littoria; il padre Ferruccio creò lo studio Scalzi negli anni dello sviluppo economico del dopoguerra, Fabio cerca ora di proseguire le attività professionali.
Le nuove generazioni, anche con il contributo delle presenze attuali, si spera diano continuità alla tradizione non solo come mera attività ma anche come impegno nella crescita della città.

Conclusione

Il significato di questa “storia” è nel fatto che i risultati dell’attività del cosiddetto “libero professionista” non si possono disgiungere dal prezioso contributo che l’insieme dei collaboratori danno giornalmente con rigore ed attaccamento anche affettivo al lavoro ed alla tradizione dello Studio Scalzi che continua ad affermarsi nel tempo.

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