Restauro del moderno

Sintesi dell’impostazione progettuale realizzata dallo Studio Scalzi sul Palazzo Comunale Di Latina

Lavori di verifica statica suddivisione e ristrutturazione dell’ala sinistra del Palazzo Comunale e della facciata dell’edificio ex Albergo Italia 

Lavori di ristrutturazione del piano terra dell’ala sinistra e delle facciate del Palazzo Comunale

I lavori in oggetto sono stati preceduti preliminarmente da un’esame complessivo della produzione progettuale dell’architetto Oriolo Frezzotti a Latina oltre ad un’attenta visione e rilettura critica degli edifici di fondazione da lui concepiti individuandone gli aspetti meno scontati ed entrando nello spirito del tempo di realizzazione.

Questo approfondimento si rende necessario per capire ancora meglio non solo gli spetti formali degli edifici ma quelli intrinsechi della costruzione stessa, cioè quanto è veramente necessario sapere prima e durante un intervento su uno specifico edificio.

Aiuta molto la letteratura storica del periodo e quella legata all’evento quasi straordinario che vede la realizzazione delle “città nuove” nell’Agro Pontino in modo contestuale.

Gli interventi previsti sul Palazzo Comunale sono individuati dall’Amministrazione e comunicati al progettista in modo sufficientemente chiaro nei loro aspeti funzionali ma lasciando ampio margine alla riproposizione pratica in quanto tutto doveva essere valutato con uno stato di fatto che per vari aspetti risultava impervio ed estremamente difficoltoso raggiungerne la sua piena conoscenza a monte.

In questo momento ( dicembre 2002 ) una parte degli interventi sono in fase di ultimazione ed altri devono ancora iniziare.

In particolare la suddivisione dell’ala sinistra in analogia a quella destra è ultimata ed in fase di sistemazione delle rifiniture e posa dell’arredo.

Le facciate dall’ala sinistra sono quasi ultimate quelle dell’ala destra devono iniziare come la sistemazione del piano tetra ala sinistra.

Il Ministero dei Beni Culturali attraverso le Sopraintendenze ha da poco inserito tra i beni sottoposti a tutela gli i edifici del Novecento ( più di cinquanta anni di età ) conseguenzialmente si sono sviluppati con sempre maggiore interesse le considerazioni legate agli interventi sul restauro del Moderno.

Questa nuova attenzione è sorta anche per la caduta del pregiudizio sulle architetture nate nel periodo fascista, nel quale la produzione in Italia è stata vastissima con testimonianze di vario livello di interesse e di sicura testimonianza dei legami con la contemporanea cultura mittel-europea del periodo.

Infatti i riferimenti al razionalismo puro ed alle architetture trionfalistiche proliferavano su tutto il territorio italiano, lasciando ancora oggi dei segni importanti.

Tornando a Littoria ora Latina si nota fortemente ancora oggi, anche se penosamente spezzato in molte parti, l’impianto urbanistico pensato da Frezzotti nel 1932 che in fortissimo stridore cerca ancora di farsi notare ormai accerchiato da una urbanizzazione definita poi da un più vasto disegno di Piccinato nel 1972.

La figura di Frezzotti è sicuramente per i cittadini di Latina una testimonianza importante per la nascita della città, rappresenta comunque un’appartenenza a quanti realizzarono opere rientranti nel cosiddetto “razionalismo minore ” cioè quei personaggi che sicuramente hanno espresso un’architettura sufficientemente attente e rigorosa ma comunque legata al tempo ed alle formazioni culturali professionali possibili nella genericità dei casi.

L’evento eccezionale fu proprio il fatto che a Frezzotti fu affidato l’incarico di realizzare un piano regolatore di una nuova città e contestualmente la progettazione di tutti i suoi principali edifici pubblici.

E’ evidente l’importanza della compresenza dello stesso soggetto nei due ruoli urbanistici ed edilizi, ruolo per altro svolto con altissimo impegno e rigore, considerando anche che lo stesso si spinse sino alla progettazione di interni e di un mobilio che ad oggi rappresenta un ricordo molto sentito.

Il Palazzo Comunale è un edificio importante per Latina soprattutto per quello che rappresenta per la città e la sua storia non tanto per quello che architettonicamente dimostra, infatti i suoi aspetti formali sono analoghi a quelli degli altri edifici del centro e quelli distributivi seguono la conformazione strutturale.

Nella fase di restauro delle facciate si sono sviluppati i criteri ormai consolidati del “restauro del Moderno” in particolare la fase di ripristino è stata indirizzata principilamnete verso il rispetto degli aspetti architettonici nel loro insieme e non verso l’immutamibilità assoluta dell’edificio esistente, non ritenuta sicuramente una condizione unica per il suo restauro.

Basti pensare al ridisegno della testata lato Catasto la quale è stata rivista nel suo aspetto volumetrico definendone un carattere finito e non occasionalmente costrutito nel tempo, secondo necessita specifiche sopravvenute negli anni dal ’32 agli anni ’60.

La variazione dell’intero elemento del cornicione rispetto all’esistente si riferisce principalmente alla riproposizione del suo aspetto originario, delle intenzioni progettuali e pre-progettuali oltre che ad aspetti funzionali legati al riuso dell’edificio. La variazione eseguita in variante a quanto preliminarmente approvato dalla Sopraintendenza ha trovato ampio consenso tanto da approvarla in corso d’opera, concordando inoltre, congiuntamente al progettista, altri dettagli che verranno seguiti nel proseguo dei lavori per l’intero edificio.

L’intero approccio progettuale si riferisce chiaramente al recupero dello spirito architettonico originario senza sentirsi limitato al mero rifacimento di parti uguali alla versione originaria.

Le operazioni progettuali sono basate su una conoscenza storica e filologica dei caratteri originali ma configurati in una elaborazione mirata anche a nuove soluzioni architettoniche e costruttive.

Quanto sopra evita così la realizzazione di un’opera professionale come viene già considerata “invisibile” dalle recenti considerazioni sul restauro del Moderno, infatti l’attività progettuale deve avere una consistenza visibile e valutabile pur nell’ambito di un restauro conservativo dell’edificio.

Nell’ottica del restauro conservativo del palazzo comunale, i lavori intendono riportare l’edificio all’aspetto originario dell’epoca di fondazione della città risanando e d’intervenendo nell’ottica della disciplina del “restauro del moderno” con principi ormai consolidati che guidano gli interventi sulle architetture del novecento ed adeguando le scelte dopo attenta valutazione delle progettazioni originarie e dello stato di fatto e delle future necessità.

Metodologie e tecniche di esecuzione

La presente relazione descrive in particolare gli aspetti legati alle scelte architettonico-progettuali relative alla ristrutturazione in oggetto.
All’origine della progettazione (vedi progetto preliminare) si è eseguito un attento studio del progetto originario, curato dell’architetto Oriolo Frezzotti, autore di molte opere pubbliche a Latina, attraverso la visione delle tavole di progetto del tempo e la lettura storica dei suoi interventi nel periodo della fondazione della città.
Al di là d’ogni imposizione data da leggi o norme sulla tutela degli edifici, che possono diventare storici, non tanto per la loro età ma quanto per quello che rappresentano per l’architettura e per la memoria della città, è sembrato opportuno non alterare minimamente l’edificio nel suo aspetto esterno e seguirne con attenzione l’impostazione originaria per le modifiche interne.
L’edificio s’inserisce tra le opere del Razionalismo dell’architettura, da alcuni definito “minore”, al quale Frezzotti aderiva con competenza e con una grande abilità grafica che caratterizzava i suoi progetti, completando spesso le opere con il disegno e la successiva realizzazione dell’arredo interno, completando così un intero percorso progettuale.
Il Palazzo Comunale ha avuto da sempre questa destinazione: prima sede del Podestà Valentino Orsolini Cencelli nel 1932 quindi il successivo dott. Aurelio Leone e gli altri che si alternavano ogni due anni circa, quindi edificio che sin dalla nascita della città ha rappresentato il Potere Amministrativo locale.
Probabilmente anche il pregevole ed interessante risultato architettonico degli edifici da lui progettati ed in corso di realizzazione, risolsero il contrasto tra il potere locale che voleva una città e quello centrale che voleva realizzare solo un piccolo centro amministrativo rurale di coordinamento, testimoniato prima dalla profonda contrarietà alla cerimonia della posa della prima pietra del 30 giugno del 1932 e poi risolta in un’inaugurazione solenne accompagnata da uno straordinario impegno propagandistico del 18 dicembre dello stesso anno.
Frezzotti, forse meglio che in altri edifici, è riuscito a mediare con un rigoroso equilibrio l’aspetto celebrativo, spesso troppo enfatizzante dell’architettura del regime, con i caratteri dell’architettura razionalista mitteleuropea che ormai da anni in Italia veniva espressa con riconosciuta puntualità da molti altri architetti che nel tempo hanno scritto la più interessante pagina dell’architettura di questo secolo.
Considerato quindi l’edificio tra i più importanti della città, per gli aspetti anzi detti, si è cercato di mantenersi il più aderente possibile alla storia, anche realizzativa, dell’edificio con le sue piccole mutazioni nel tempo.
E’ prevista la parziale spicconatura delle zone di intonaco fatiscente e d il loro rifacimento riproponendo tutte le modanature originarie e i colori originari.

Metodologia d’intervento

L’intera facciata sarà posta ad una valutazione attenta e puntiforme, attraverso l’esame ravvicinato, utilizzando i ponteggi predisposti per l’intero edificio.
Saranno eseguiti saggi e rilievi visivi sulla stratigrafia della facciata, dalla attuale tinteggiatura alla struttura muraria.
Compatibilmente alle situazioni riscontrate, si decideranno interventi aderenti e rispettosi dell’esistente manufatto, saranno in particolare evidenziate le coloriture originarie all’epoca della costruzione già eseguite sulla parte sinistra.
Nelle piccole zone dove si rende necessario la realizzazione di intonaco, si procederà attraverso l’esecuzione di una mano di aggancio della superficie da intonacare, con malta preconfezionata, costituita da calce idraulica naturale (calce romana) additivi ed inerti purissimi con curva granolumetrica predeterminata da mm 0 a mm 3, applicata a schiaffo sulla superficie da trattare.
La malta preconfezionata sarà composta da calce idraulica naturale e sabbie di cava selezionate, la calce sarà ottenuta dalla calcinazione a bassa temperatura di calcari marnosi di origine nazionale.
La malta va miscelata con sola acqua pulita ed applicata a mano sulle superficie pulite e libere da materiale incoerente.
Si terrà presente della temperatura ambientale che dovrà oscillare entro i +5° e +35°, considerando però il periodo ed il luogo di posa, si esclude la possibilità di uscire dai margini consigliati.
Il corpo dell’intonaco, nelle piccole quantità necessarie, sarà eseguito con malta preconfezionata a base di calce idraulica naturale (calce romana), pozzolana micronizzata, additivi ed aggreganti purissimi con curva granolumetrica da mm 0 a mm 3 applicata a schiaffo sulla superficie, per uno spessore di cm 1 per mano.
La mano di stabilitura sarà posata sullo strato di intonaco così realizzato, o sull’intonaco esistente previa inumiditura adeguata del supporto.
Lo strato di colletta di malta fine, composta da calce idraulica naturale ed inerti purissimi carbonatici, con inerti di granolumetria da mm 0 a mm 0,6, sarà stesa a ferro e livellata con fratazzino. Si terrà particolare cura alla planarità della posa, che sarà estesa per l’intera facciata in modo da garantire un supporto uniforme e totale per l’intera tinteggiatura dell’edificio.
Verrà rimosso integralmente lo strato di quarzo plastico presente attraverso raschiatura e riscaldamento a fuoco con cannello a gas.
La pittura della facciata sarà a calce, ottenuta da grassello cotto a fuoco molto bianco, privo di dolomite e sufficientemente invecchiato, lo stesso diluito con acqua (possibilmente di calce) fino ad una consistenza liquida, quindi si aggiungeranno le terre coloranti naturali precedentemente scelte tra le coloriture definite.
La pittura così ottenuta verrà stese con tre mani, grande cura verrà posta alla abbondante umidificazione del fondo da trattare, subito prima della tinteggiatura stesa su di uno strato preparato uniformemente come descritto in precedenza.
La coloritura finale sarà individuata attraverso l’analisi di quelle esistenti, avendo individuato con sufficiente precisione quella originaria.
Si terrà presente inoltre quanto disposto dalla deliberazione di Consiglio Comunale “Variante alle N.T.A. del Piano Regolatore Comunale – Tutela degli edifici ed ambiti storici di fondazione della Città di Latina – n. 186 del 06-10-1997”.

Rilievo e mappatura della situazione di fatto e dello stato di degrado

Avendo eseguito un esame della situazione attuale, si è determinato quindi che le superfici interessate dall’esecuzione di intonaco sulla muratura esistente sono minime e si riferiscono ad alcune piccole parti a quota piano terreno.

Le grondaie sono in lamiera zincata e risultano in pessimo stato verranno sostituite con analoghe in rame secondo campionatura da sottoporre alla Sopraintendenza.

La modanatura sottostante verrà ripresa in alcune piccole parti e tinteggiata.

Il travertino presente in facciata si riferisce alle riquadrature di alcune finestre, sono in travertino bianco e sostanzialmente tutte presenti ed in discreto stato di conservazione, tali da suggerire solo la loro pulizia con idrolavaggio e leggere stuccature in cemento bianco o con le techiche di restauro dei materialilapidei.

Per gli infissi è previst ala sostituzione di quelli della facciata sull apiazza e le prime due finestre su corso della Repubblica identiche a quelle già posizionate sull’ala sinistra.

Ricerca storica delle coloriture originarie dei prospetti ed indagine stratigrafiche.
Non essendo possibile rintracciare foto a colori, si sono esaminate quelle dell’epoca in bianco e nero e facendo le dovute proporzioni e confronti con le altre facciate esistenti, si è potuto individuare il colore originario valutandone i toni.
Eseguendo una completa raschiatura della superficie, si sono potute definire con sufficiente certezza le coloriture che si sono succedute nel tempo.

Quella base è stata individuata, ed essendo presente su tutta la superficie dell’edificio, si è potuto confrontarla con le foto, sino a definirla simile a quella delle prove sui supporti allegati e prelevati sul posto.

Si cercherà quindi di riportare la facciata, sia sul piano cromatico che strutturale a quella originaria, sfruttando oltre alle indagini fotografiche ogni altro mezzo di studio, compreso quello dell’assunzione di informazioni dirette di chi ricorda personalmente i particolari della stessa.

Inoltre si cercherà, per quanto possibile, di eliminare tutte quelle superfetazioni attualmente presenti come cavi elettrici e telefonici, ganci di ogni genere, elementi illuminanti inutilizzati, per ciò che non è possibile eliminare si tenterà un inserimento sotto traccia o quantomeno una coloritura identica alla facciata per diminuire la loro invadenza visiva.

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